CIRCOLARE 28/10/2020

CIRCOLARE 28/10/2020

DECRETO RISTORI

I ristori previsto dall’omonimo decreto Ristori si inquadrano nell’ambito dei contributi a fondo perduto. 

Il Governo Conte ha scelto la via di suddividere in categorie le attività colpite dalle ultime misure di contenimento introdotte, andando relativamente ad individuare un’aliquota di ristoro ben definita, che parte dal 100% fino ad arriva al 400% e comunque fino a un massimo di 150.000 euro.

I ristori del 400%, secondo la bozza di testo del decreto Ristori, spetterebbero a:

  • discoteche,
  • sale da ballo,
  • night-club e simili.

I ristori del 200% sarebbero invece previsti per:

  • Catering per eventi, banqueting;
  • attività di proiezione cinematografica;
  • organizzazione di convegni e fiere;
  • gestione di teatri, sale da concerto e altre strutture artistiche, gestione di stadi, gestione di piscine;
  • gestione di impianti sportivi polivalenti, gestione di altri impianti sportivi nca;
  • attività di club sportivi;
  • gestione di palestre;
  • enti e organizzazioni sportive, promozione di eventi sportivi;
  • altre attività sportive nca;
  • parchi di divertimento e parchi tematici;
  • sale giochi e biliardi;
  • altre attività di intrattenimento e di divertimento nca;
  • servizi di centri per il benessere fisico (esclusi gli stabilimenti termali); stabilimenti termali;
  • organizzazione di feste e cerimonie;
  • gestioni di funicolari, ski-lift e seggiovie se non facenti parte dei sistemi di transito urbano o sub-urbano;
  • noleggio di strutture ed attrezzature per manifestazioni e spettacoli: impianti luce ed audio senza operatore, palchi, stand ed addobbi luminosi;
  • servizi di biglietteria per eventi teatrali, sportivi ed altri eventi ricreativi e d’intrattenimento;
  • altri servizi di prenotazione e altre attività di assistenza turistica non svolte dalle agenzie di viaggio nca;
  • attività nel campo della recitazione;
  • altre rappresentazioni artistiche;
  • noleggio con operatore di strutture ed attrezzature per manifestazioni e spettacoli;
  • altre attività di supporto alle rappresentazioni artistiche;
  • altre attività connesse con le lotterie e le scommesse (comprende le sale bingo);
  • attività di organizzazioni che perseguono fini culturali, ricreativi e la coltivazione di hobby, attività di altre organizzazioni associative nca.

I ristori del 150%, secondo il decreto Ristori, andrebbero a:

  • ristorazione con somministrazione;
  • attività di ristorazione connesse alle aziende agricole, ristorazione ambulante;
  • alberghi; villaggi turistici;
  • ostelli della gioventù;
  • rifugi di montagna; colonie marine e montane;
  • affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, bed and breakfast, residence;
  • attività di alloggio connesse alle aziende agricole;
  • aree di campeggio e aree attrezzate per camper e roulotte;
  • alloggi per studenti e lavoratori con servizi accessori di tipo alberghiero.

Infine, i ristori 100% sono stati pensati per:

  • gelaterie e pasticcerie (anche ambulanti);
  • bar e altri esercizi simili senza cucina.

L’Agenzia delle Entrate si occuperà del pagamento diretto sul conto corrente dei beneficiari, come già avvenuto con quanto stabilito nel decreto Rilancio.

Nel decreto Rilancio, a cui si ispira il decreto Ristori, veniva offerto il 10,15 e 20 per cento in base ai ricavi o compensi compresi in diminuzione rispetto al 2019 e compresi in tre fasce. Per le persone fisiche era previsto un minimo di 1.000 euro, aumentato a 2.000 per le persone giuridiche. I contributi a fondo perduto nel decreto Ristori saranno invece molto più elevati: coprono dal 100% del calo di fatturato, fino ad arrivare al 400%.

Il decreto Ristori non prevede però limiti di fatturato può arrivare fino a un massimo di 150.000 euro. Solo chi non ha richiesto i contributi a fondo perduto previsti dal decreto Rilancio dovrà fare domanda.

Tra gli esclusi dal provvedimento spiccano i titolari di partita IVA aperta dopo il 25 ottobre 2020 e chi, precedentemente a questa data, ha chiuso l’attività. 
Eliminazione rata IMU
In arrivo anche la cancellazione della rata IMU. L’imposta, in scadenza il 16 dicembre, sarà eliminata per le imprese e i soggetti economici colpiti dal DPCM, come annunciato dallo stesso Gualtieri.

Credito di imposta affitti
Il decreto Ristori proroga, in attesa della conferma in Gazzetta Ufficiale, il credito di imposta sugli affitti. Nella bozza del decreto si parla dei tre mesi di ottobre, novembre e dicembre in più di sostegno per imprese e commercianti che devono sostenere la spesa mensile della rata di affitto.  Cassa integrazione
Il Decreto Ristori introduce poi una proroga della Cig, specificatamente per le imprese che l’hanno utilizzata in modo continuativo e per le quali la scadenza è meta novembre.

Bonus una tantum
Gualtieri, nel presentare le linee guida del decreto Ristori, ha parlato anche di un’indennità di 1.000 euro da erogare per categorie più in difficoltà, che potrebbero comprendere:

  • stagionali del turismo;
  • stagionali dello spettacolo;
  • stagionali degli stabilimenti termali;
  • operatori dei centri sportivi;
  • per i lavoratori occasionali e intermittenti
  • venditori a domicilio

Il bonus andrebbe a colmare perdite di guadagno di categorie inserite nelle chiusure e limitazioni del nuovo DPCM. Restano tutte da definire, comunque, caratteristiche e entità di tali sostegni una tantum. Reddito di emergenza
Nel decreto Ristori dovrebbe anche essere confermati due mese aggiuntivi di Reddito di emergenza – e non una sola, come precedentemente ipotizzato – del valore mensile fino a 800 euro, come confermato dalla ministra Catalfo. Esonero contributivo per la filiera agricola, della pesca e dell’acquacoltura
Per le aziende della filiera agricola, della pesca e dell’acquacoltura è previsto per il mese di novembre 2020 l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, esclusi premi e contributi dovuti all’INAIL.

Il medesimo esonero è riconosciuto anche a imprenditori agricoli, coltivatori diretti, mezzadri e coloni.

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