L’Agenzia delle Entrate chiede via P.e.c. (Posta elettronica certificata) il pagamento degli omessi versamenti Iva dopo 2 mesi dalla scadenza
Ricordando ai gentili Clienti come è fondamentale controllare la P.e.c. (Posta elettronica certificata) quotidianamente, in quanto le comunicazioni ricevute hanno il valore legale di una raccomandata al momento della data di ricevimento e non di lettura.
Si comunica che, in questi giorni, l’Agenzia delle Entrate sta notificando via P.e.c. gli avvisi bonari relativi al mancato versamento Iva del I trimestre 2017.
Tale tempestività è dovuta grazie alla nuova “Comunicazione liquidazioni periodiche IVA” inviata telematicamente il 31/05/2017 in cui il contribuente ha comunicato all’Agenzia delle Entrate se è a debito o a credito di Iva nel periodo di riferimento.
Pertanto, mentre fino al 2016, l’Agenzia delle Entrate chiedeva il mancato pagamento Iva dopo circa 14 – 18 mesi dalla scadenza del versamento e durante questo lasso di tempo il contribuente poteva regolarizzare il mancato versamento Iva tramite l’istituto del ravvedimento operoso, ovvero con il pagamento dell’importo omesso più una piccola sanzione, adesso il Fisco:
– dopo circa 2 mesi dalla scadenza del versamento, invita via P.e.c. il contribuente a regolarizzare il mancato versamento Iva tramite l’istituto del ravvedimento operoso;
– dopo circa 4 mesi dalla scadenza del versamento, invia via P.e.c. al contribuente l’avviso bonario con l’importo omesso e la sanzione del 10% e pertanto non si potrà più procedere con il ravvedimento operoso. Se entro 30 giorni dal ricevimento del suddetto avviso l’importo non viene pagato o rateizzato (in 8 rate trimestrali per importi fino a 5 mila euro o in 20 rate trimestrali per importi superiori a 5 mila euro), verrà attivata la riscossione coattiva con un ulteriore aggravio di sanzioni, interessi ed aggi.
Nel caso di ricevimento delle suddette Comunicazioni via P.e.c. da parte dell’Agenzia delle Entrate si invitano i Gentili Clienti a prendere contatto immediatamente con lo Studio Se.av.im. al fine di trovare una soluzione tempestiva.
In conclusione, il Governo sta giustificando l’introduzione delle suddette misure e di altri adempimenti a carico dei contribuenti al fine di ridurre l’evasione Iva in Italia, tra i più alti in Europa, e che si riportano brevemente di seguito:
– riduzione tempi di riscossione Iva, come sopra specificato;
– invio telematico Comunicazione liquidazioni periodiche IVA quattro volte l’anno;
– invio telematico della Comunicazione dati fatture (c.d. spesometro) quattro volte l’anno;
– riduzione dei tempi per la detrazione dell’Iva sugli acquisti;
– obbligo del visto di conformità per utilizzo in compensazione dei crediti Iva sopra i 5 mila euro.
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